Associazione Mask APS

Festival internazionale di nuova musica


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PROGRAMMA

XIV. MaskFest 2024

Operaaga

Growing Flowers

- 11 Maggio, Goethe Zentrum, Bologna

- 12 Maggio, L'Altro Spazio, Bologna

 

Xenakis Rimane

7 Ottobre

Biblioteca San Francesco, Bologna

 

Risonanze Molteplici 

Caminantes

11 Maggio

Bologna Fiere/Eufonica

 

Saundaryalahari

con John Nectune Kaizan, Moon Arra, Cardew ensemble

- 4 Luglio, Antisalotto Culturale, Firenze

- 6 Luglio, Biblioteca di San Francesco, Bologna

 

Intrecci musicali di frontiera

19 Ottobre

Goethe Zentrum

 

Proiezioni sacre e popolari

In collaborazione con il Conservatorio Maderna/Lettimi di Cesena

22 Ottobre

Teatro San Leonardo


 Liszt visionario

Nuove espressioni fra le diaspore e gli imperi

22 Ottobre

Teatro San Leonardo

L’Associazione MASK APS promuove anche quest’anno il MASKFEST, i cui principali appuntamenti si svolgeranno a Bologna nell’autunno 2024, con un’anteprima in Maggio. In conformità alle finalità dell’associazione il festival propone una visione innovativa e molteplice delle musiche di oggi per dare continuità all’arte del secondo 900 e della contemporaneità in una visione al tempo stesso di ricerca e divulgazione.

La rassegna offre ampio spazio ad artisti di rilievo internazionale, mantenendo la propria consolidata ottica di confronto fra passato e presente, e fra le culture occidentali, extraeuropee e delle popolazioni tradizionalmente migranti. Il festival promuove ad ampio raggio una diversificata produzione di nuova musica commissionata a compositori di fama internazionale alcuni dei quali residenti a Bologna. Altri appuntamenti coinvolgono solisti di formazione extra-europea invitati a elaborare personali percorsi creativi orientati a problematizzare, fondere e rivisitare i propri linguaggi sulla base di tematiche interculturali e di rapporto fra repertori classici e popolari. Altre produzioni riguardano la ricerca scientifica e tecnologica anche in relazione alle più recenti tematiche ambientali.
 

Il tema ambientale e della sinergia fra ricerca artistica e sviluppo tecnologico è centrale al primo appuntamento di Maggio in collaborazione con Bologna Fiere. Si tratta di uno spettacolo multimediale ideato all’interno dell’Istituto di Astrofisica di Trieste nel quale, a fianco di proiezioni e immagini di esopianeti e grotte terrestri e lunari, viene posto e problematizzato il tema dell’abitabilità in ambienti estremi e dell’emergenza ecologica grazie al contributo di un gruppo di lavoro che unisce artisti e scienziati. L’evento prevede contributi narrativi, coreografici e musicali, e l’implementazione di sistemi di interazione digitale per la produzione dal vivo di musica elettronica, la sonificazione di dati scientifici e l’utilizzo di sistemi di composizione algoritmica sia in tempo differito che in tempo reale. La funzione divulgativa dello spettacolo si fonda su progetti di ricerca che si stanno sviluppando in collaborazione con istituzioni internazionali quali l’INAF di Trieste, l’Università di Montréal, the ISRO di Bangalore.


 

Due ulteriori appuntamenti prevedono nella prima metà di Ottobre la presentazione di recenti pubblicazioni su musicisti di rilievo mondiale scomparsi negli ultimi anni, quali Luigi Nono, Sylvano Bussotti, Iannis Xenakis. Alla presentazione delle nuove pubblicazioni da parte degli stessi autori verranno affiancate le testimonianze di familiari di questi grandi musicisti, nonché l’esecuzione in concerto di loro musiche e proiezioni di documenti e interviste. L’iniziativa mette in gioco la collaborazione con le case editrici e in parte con gli archivi e i centri di documentazione che si occupano di mantenere vivo e di attuale il grande patrimonio culturale qui rappresentato. 
 

Il tema dei rapporti con il passato in un’ottica non più eurocentrica, ma aperta all’esplorazione di stili e legami fra la nostra tradizione e le tradizioni popolari e colte provenienti da una pluralità di gruppi etnici, è presentato dall’originale duo Mixtura di Hannover.
 

I due appuntamenti di Dicembre fanno seguito alla consolidata partnership con la Fondazione, biblioteca e archivio Liszt di Bologna. Nuove produzioni musicali sono state commissionate a importanti compositori italiani, alcuni di area bolognese, da affiancare a opere poco conosciute e ad alto contenuto sperimentale scritte nel tardo Ottocento da Liszt. Tema di questi due appuntamenti è una innovativa ricerca sonora legata alla sacralità, ai linguaggi popolari e alle confluenze espressive ed emozionali proveniente dal confronto creativo fra etnie che condividono gli stessi territori: nella fattispecie si tratta di un confronto fra le tradizioni di Europa, mondo arabo/persiano, rom e klezmer. Questi due concerti saranno svolti a fianco di un convegno della Fondazione Liszt previsto a Dicembre, ad approfondimento degli orientamenti modernisti e transculturali di Liszt.  

 

Il Festival, pur mantenendo un’ottica di intrattenimento e divulgazione, e un’offerta musicale altamente diversificata e orientata a una pluralità di pubblici, si rivolge continuativamente e già da qualche anno a collaborazioni e partenariati orientati ad attività di ricerca storica e scientifica, sia per la promozione di nuovi linguaggi che per la definizione di nuove prospettive di indagine e conoscenza del nostro passato e delle molteplici tradizioni ad esso implicite.

Non è un caso che i concerti previsti dal festival si svolgano presso sedi locali e tradizionalmente finalizzate ad attività di ricerca e diffusione di patrimoni culturali, quali nella fattispecie la Fondazione Liszt, Il Goethe Zentrum, la Biblioteca di San Francesco, il Centro/ricerche Teatro San Leonardo. 

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OPERAAGA

11 Maggio, Goethe Zentrum, via de' Marchi 4, Bologna

12 Maggio, L'Altro Spazio, via Nazario Sauro 24/F Bologna

 

l gruppo musicale Moon Arra, residente a Bangalore, fonde musica classica indiana, jazz e world music, e si unisce a musicisti italiani di area classica e jazz, per un progetto musicale di fusione di stili e tradizioni espressive, sorretto da interventi di voce narrante sul tema del conflitto Uomo/Natura.
Testi di Madhuri Jagadeesh
Madhuri Jagadeesh - Canto e voce narrante 

Jagadeesh M.R - Chitarra
Jamal Ouassini - Violino 

Francois Laurent - Basso elettrico
Irene Robbins - Canto e pianoforte 

Tim Trevor Briscoe - Sax, clarinetto
Paola Zannoni & Nicola Baroni - Violoncelli 

Leo Tormento Pestoduro - Percussioni


Fondato dal chitarrista e compositore di Bangalore Jagadeesh Ramanujam Mudambi e dalla cantante scrittrice Madhuri Jagadeesh. MoonArra significa “tre flussi” ed è stato fondato nel 2006 come fusione delle interazioni e delle influenze complessive tra Musica Classica Indiana, Jazz e World Music delle quali i membri fondatori del gruppo sono portatori. La missione di Moon Arra è sempre stata quella di collaborare e connettersi con musicisti e pubblico di tutto il mondo portando un messaggio di pace e di armonia, benevolenza e tolleranza nell’ambiente contemporaneo.
MoonArra è presente a livello internazionale in numerosi jazz festivals e concerti in Asia, Africa ed Europa. MoonArra sta lavorando a un suo album collaborativo intitolato “Maanush”. Il Cardew Ensemble è un collettivo di musicisti-ricercatori-compositori uniti dalla volontà di realizzare percorsi creativi che partono dal confronto di linguaggi sonori distanti. Alla sua formazione originaria come gruppo di improvvisazione, composizione collettiva, Live Electronics ed elaborazione di partiture grafiche il Cardew Ensemble affianca progetti di ricerca, produzione e workshop legati a tradizioni popolari ed extraeuropee nel loro incessante processo di sviluppo e intreccio, esplorazione di tradizioni, nuove identità, ibridi e innovazioni.
Le produzioni dell’ensemble sono dedicate alla memoria di Cornelius Cardew e alla sua etica dell’improvvisazione e dell’ascolto. L’Ensemble è stato presente in numerosi festival in Italia, Svezia, UK, Austria, Repubblica Ceca.

 

 

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XENAKIS RIMANE

7 Ottobre 2024, ore19

Biblioteca di San Francesco, piazza Malpighi 9, Bologna

 

Presentazione del libro Xenakis Rimane ed. Diastema, 2023

Proiezione di documenti e interviste a Iannis Xenakis

Presentazioni e tavola rotonda con i principali curatori dell’edizione e con l’ospite principale dell’evento Catherine Zourabichvili (nipote di Iannis Xenakis e curatrice delle documentazioni audio/video presentate)
 

Renzo Cresti (musicologo, Conservatorio di Lucca)

Marco Giommoni (compositore ed esperto di sistemi algoritmici)

Fabio De Sanctis de Benedictis (compositore, Conservatorio di Livorno)

Nicola Baroni (violoncellista, Conservatorio di Milano)

Catherine Zourabichvili (responsabile delle comunicazioni TDF, Parigi)

 

Interventi musicali dal vivo

Silvia Mandolini, violino, Mikka (1971) e Mikka-s (1976) per violino solo di Iannis Xenakis

Michele Fontana e Nicola Baroni, clarinetto e violoncello, Charisma (1971) di Iannis Xenakis 

 

Iannis Xenakis (1922-2001) fu musicista e architetto, filosofo della scienza e dell’etica del comporre, padre indiscusso della ‘musica stocastica’. Dopo aver preso parte come studente alla guerra di liberazione della Grecia fu condannato a morte ed emigrò a Parigi dove divenne assistente di Le Corbusier ed elaborò un proprio linguaggio musicale connesso a principi grafico/energetici, teorie matematiche della probabilità, scienza acustica: fu pioniere della Computer Music e di originali sistemi di spazializzazione del suono.  Una personalità articolata, complessa e con molte sfaccettature: musicista, ingegnere, architetto, matematico e filosofo, qualifiche che lo portano ad andare oltre gli spazi ristretti e a maturare una visione ampia del comporre, quasi cosmica. 

 

Evento a cura dell’Associazione MASK APS in collaborazione con la Biblioteca e Officina San Francesco di Bologna e con il Comune di Bologna (Città UNESCO per la Cultura).

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RISONANZE MOLTEPLICI

Caminantes

9 Ottobre 2024

Teatro San Leonardo, via San Vitale 63, Bologna

 

ore 18

Tavola rotonda e presentazione delle pubblicazioni

Luigi Nono Caminantes, a cura di Nicola Cisternino, Il Poligrafo, 2021.

Sylvano Bussotti. Respirando appagato, a cura di Maddalena Novati e Marina Vaccarini, Die Schachtel-NoMUs, 2024.

Bruno Maderna, La Musica e la Vita, di Mario Baroni e Rossana Dalmonte, LIM, 2020.

Tavola rotonda con Rocco Quaglia, Nicola Cisternino, Marina Vaccarini, Mario Baroni, moderatore Leopoldo Siano.

 

ore 19.30

Caminantes 

Concerto per flauto ed elettronica

Eric Lamb flauto

 

Bruno Maderna (1920-74)

Musica su due dimensioni (1957)

per flauto e nastro magnetico

 

Luciano Berio (1925-2003)

Sequenza 1 (1958)

per flauto

 

Giacinto Scelsi (1905-88)

Pwill (1954)

per flauto

 

Nicola Cisternino (1957)

Muni (1991)

per flauto basso

 

Giacinto Scelsi 

Qways (1953)

per flauto

 

Luigi Nono (1924-90)

omaggio a Emilio Vedova (1960)

per nastro magnetico

 

Sylvano Bussotti (1931-2021)

Cardellino, Cinciallegra, Ciuffolotto e Cormorano (1986/89)

per flauto
 

Eric Lamb, di origine brasiliana, uno dei migliori flautisti di giovane generazione sulla scena mondiale, offre un recital di musica italiana che riunisce le più importanti opere per flauto composte da Bruno Maderna, Luciano Berio, Sylvano Bussotti, Giacinto Scelsi.

Il brano di Maderna Musica su due dimensioni è la prima opera nella storia composta per strumento acustico in dialogo con suoni elettronici, e a questa doppia dimensione sonora si riferisce infatti il titolo di questo breve brano che inaugura la serata.

Le partiture eseguite prevedono margini di indeterminazione nella scrittura, prassi finalizzata a suggerire specifiche scelte interpretative che responsabilizzano l’interprete. I brani sono caratterizzati da un’intensa ricerca timbrica che produce inedite armonie e “inarmonie”, che producono momenti di evidente continuità tra le sonorità strumentali e quelle elettroniche: continuità sonora che culmina nel brano per sola elettronica “Omaggio a Emilio Vedova” di Luigi Nono. Gli autori proposti, a eccezione del più giovane Nicola Cisternino, costituiscono una generazione di musicisti emergenti nel periodo del secondo dopoguerra, appartenenti alla cosiddetta “seconda avanguardia” del Novecento.

Occorre considerare che la maggior parte dei brani che oggi ascolteremo furono scritti mezzo secolo fa, e anche oltre: si rende quindi necessario il delicato passaggio di queste opere musicali (delle loro problematiche, delle loro rotture con convenzioni, abiti sociali e gusti artistici dell’epoca) dal dominio della “contemporaneità” a quello della storia.

Per questo motivo abbiamo organizzato un momento di riflessione, presentazione e tavola rotonda, cogliendo l’occasione della recente pubblicazione di significative monografie sugli autori in questione. Ognuna di queste pubblicazioni entra nel vissuto, nelle profonde motivazioni e nell’irripetibile e individuale ricerca di ognuno dei protagonisti, e ci suggerisce un’affascinante pluralità di visioni mosse da un’instancabile invenzione di nuove soluzioni artistiche.

Il titolo del concerto “Caminantes” conferma il percorso totalmente antiaccademico e privo di certezze che rese grandi i musicisti oggi eseguiti.

“Caminantes” allude ai temi delle ultime opere di Luigi Nono, a loro volta allusive del celebre testo di Antonio Machado “Caminante, son tus huellas el camino y nada más; Caminante, no hay camino, se hace camino al andar”: Viandante, queste sono le tue impronte, la strada si crea camminando.


Evento a cura dell’Associazione MASK APS in collaborazione con il Centro Ricerche Teatro San Leonardo e con il Comune di Bologna (Città UNESCO per la Cultura).

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SAUNDARYALAHARI

30 Ottobre 2024, concerto in streaming

Trivandrum/India, Berlino, Bologna

Guru Nitya Centenary Celebration

INTRECCI MUSICALI DI FRONTIERA

19 Ottobre 2025 

Goethe Zentrum, via De' Marchi 4, Bologna


Associazione Corale Goriziana Seghizzi e Auditorium della Cultura Friulana, Gorizia

Conferenze, workshop, concerti con Marco Maria Tosolini, Moreno Andreatta, Erica Bisesi, 

Cristina Cristancig, Nicola Baroni, Roberto Madotto


 

 

PROIEZIONI SACRE E POPOLARI

12 Dicembre 2024, ore 19:30

Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo, Bologna

 

OYO – Our Youth Orchestra (Cesena) + Icarus Ensemble (Reggio Emilia)
 

Il concerto fa parte della rassegna “Liszt musicista nel futuro”. L’ipotesi di fondo di questo evento parte dalla considerazione della spettacolare modernità della musica di Franz Liszt, proiettata più di un secolo fa verso soluzioni armoniche estreme, alimentate da inesauribile curiosità verso i linguaggi popolari dell’Est Europa, a loro volta in continuo scambio evolutivo con gli stili del Medio Oriente e dell’area mediterranea. A ciò si aggiunge l’interesse e l’assorbimento lisztiano di stili sacri arcaici e lo studio delle teorie musicali dell’Antica Grecia, giunte a noi attraverso il filtro dell’epoca medievale europea, bizantina, araba, persiana, indiana. La dimensione transculturale del linguaggio sonoro di Liszt è rafforzata dalle sue stesse affermazioni autobiografiche di musicista cosmopolita: di essere per metà Rom (Gypsy, Bohémienne) e per metà Francescano.

Questo concerto si abbina al symposium organizzato dalla Fondazione Liszt il 13 e 14 dicembre 2024 sul tema “Liszt compositore transculturale”. Il tema della sacralità e del dialogo con le tradizioni popolari di origine orientale è al centro di questo programma che affianca brevi composizioni per archi del vecchio Liszt ispirate a visioni angeliche e di morte, all’inedita trascrizione di Massimiliano Messieri della Romanesca di Liszt (il cui tema viene spazializzato nel passaggio tra le diverse voci dell’orchestra d’archi), a fianco della nota rielaborazione creata da Béla Bartók di alcune danze rumene.

Per questa occasione sono state commissionate nuove composizioni ad alcuni compositori di area bolognese. La frammentazione e ricostruzione di impulsi melodici provenienti dall’oratorio lisztiano dedicato al martirio del vescovo polacco San Stanislao guida la suggestiva visione sonora di Alberto Caprioli, che vede il contrabbasso nel ruolo di protagonista. Lo slancio surreale di Luigi Sammarchi ci conduce alla moltiplicazione per strati sonori (nella quale gli archi si perdono tra le sonorità di una voce femminile virtuale) della statica meditazione lisztiana ispirata a Michelangelo e al noto sonetto “Caro m’è ‘l sonno, e più l’esser di sasso, mentre che ‘l danno e la vergogna dura; non veder, non sentir m’è gran ventura; però non mi destar, deh, parla basso“.

Frammentaria e colorata da suggestioni modali e orientali è l’improvvisazione guidata dal compositore iraniano (ma di formazione bolognese) Vahid Hosseini, che sviluppa cadenze e gestualità provenienti dalle rapsodie ungheresi, filtrate dalla propria competenza di musicista classico persiano. Virtuosistiche e leggendarie sono le soluzioni adottate da Riccardo Nova nel Mantra per archi, percussioni, arpa ed elettronica, la cui saturazione timbrica ci conduce all’oggettività solenne e allucinata delle musiche legate al sacrificio, le cui strutture ritmico/melodiche vengono generate da grammatiche mnemoniche di origine vedica e da correlate sequenze numeriche che generano salmodie. La sovrapposizione di diversi sistemi di intonazione e accordatura ci proietta inoltre in uno spazio sonoro nel quale coesistono le dimensioni arcaiche e nuove. Chiude la serata con toni di accesa gestualità la rielaborazione in chiave neo-barocca di Francesco Filidei, che ci riconduce alle sensazioni iniziali e agli intensi e irregolari giochi ritmici delle danze e degli ostinati rumeni di Bartók e della Romanesca di Liszt.

 

Béla Bartók (Romania, 1881 – Stati Uniti, 1945)

Danze popolari rumene (1917)
nr. 1 Jocul cu bâtă (Danza del bastone)
nr.  2 Brăul (Danza della fascia)
per orchestra d’archi  

Massimiliano Messieri (Bologna, 1964)
          
arrangiamento per orchestra d’archi (2024) 
da La Romanesca prima versione (1832) di Franz Liszt
prima assoluta

Vahid Eftekhar Hosseini (Iran, 1984) 
          
Soundstheatre XI, Le sensibilità delle tenebre (2024)
per orchestra d’archi, arpa, percussioni
Conduction, Vahid Hosseini
prima assoluta

Luigi Sammarchi (Bologna, 1962) 

Notte chiamar quel sol che non comprende (2024)
chemin  su Il Pensieroso
per orchestra d’archi ed elettronica
prima assoluta

Franz Liszt (Austria, 1811 – Germania, 1886)

Angelus (1882)
per orchestra d’archi

Riccardo Nova (Milano, 1960)

Kunti Mantra, con combattimento (2017)
per orchestra d’archi, percussioni, arpa, elettronica

Alberto Caprioli (Bologna, 1956)

Ode al silenzio (2024)
su frammenti del St. Stanislaus di Franz Liszt
per contrabbasso e orchestra d’archi
prima assoluta

Franz Liszt (Austria, 1811 – Germania, 1886)

Am Grabe Richard Wagners (1883)
per orchestra d’archi e arpa

Francesco Filidei (Pisa, 1973)

Consonanze Stravaganti (2013)
da Giovanni Maria Trabaci

Ciaccona (2013)
da Tarquinio Merula
per orchestra d’archi

 

Direttore M° Gabriele Fiorio

OYO – Our Youth Orchestra
Violini I Umberto Frisoni**, Isacco Pagliarani, Emily Zattini, Nicholas Scherzoso
Violini II Viola Muzzi*, Natalia Cavallo, Adriana Pernarella, Francesco Giovannini
Viole Chiara Avati*, Michelangiolo Chiavacci, Carolina Paolini
Violoncelli Amerigo Spano*, Sofia Camazzini
Contrabbassi Simone Francioni*
** spalla
* prima parte

+ Icarus Ensemble: Gilda Gianolio arpa; Michele di Modugno percussioni; Francesco Pedrazzini percussioni

musiche di Béla Bartók, Alberto Caprioli, Francesco Filidei, Vahid Eftekhar Hosseini, Franz Liszt, Massimiliano Messieri, Riccardo Nova, Luigi Sammarchi

 

a cura di Fondazione Istituto Liszt ETS e Associazione MASK APS

nell’ambito di Liszt, musicista nel futuro

una coproduzione di Fondazione Istituto Liszt ETS, Associazione MASK APS, AngelicA | Centro di Ricerca Musicale

in collaborazione con Icarus Ensemble

 

OYO (Our Youth Orchestra) è una realtà creata dai giovani per i giovani, per suonare e crescere insieme. In due anni di attività ha coinvolto più di 50 musicisti nel territorio Emiliano-Romagnolo appoggiandosi all’associazione MASK APS, che vanta oltre 13 anni di esperienza. L’orchestra offre ai giovani musicisti l’opportunità di realizzare le loro idee creative e al pubblico la possibilità di conoscere sia il repertorio classico che quello contemporaneo, oltre a interagire attivamente con altre realtà locali. I musicisti si dedicano sia allo studio e alla continuazione delle tradizioni, con esecuzioni storicamente informate, sia alla musica contemporanea. OYO ha partecipato due volte al festival internazionale di musica contemporanea Forfest in Repubblica Ceca, e nel 2024 ha organizzato un laboratorio creativo con giovani compositori della regione. Durante le stagioni 2022/23 e 2023/24 sono stati realizzati diversi concerti in Italia e all’estero, anche grazie alle collaborazioni dell’Associazione Capire la Musica, YMEO, MASK ed Eliseo ArtLab.

OYO riunisce non solo i musicisti della regione ma anche artisti, studiosi e imprenditori. Così sono nati concerti in collaborazione con la galleria Carlo Biagioli di San Marino, una serie di tre concerti con l’artista Maria Sky alla Galleria Comunale Ex Pescheria di Cesena e una conferenza-concerto con il Planetario di Ravenna e l’Associazione A.R.A.R. I sostenitori e collaboratori di questi concerti sono stati la Croce Rossa Italiana, l’Associazione Capire la Musica, YMEO, MASK ed Eliseo ArtLab. Dal 2024 anche la BCC Romagnola di Cesena è sostenitrice dei loro progetti.

 

Icarus Ensemble nasce nel 1994. Dal 2007 ha cominciato a occuparsi delle nuove generazioni, dapprima con Icarus Junior, un gruppo giovanile (9-15 anni) presentato in diverse rassegne anche internazionali (Biennale di Zagabria, FIMU Belfort, Spring Festival di San Francisco), poi con Icarus vs Muzak. Quest’ultima formazione, legalmente costituita dal 2020, si è esibita in contesti importanti quali Festival Cervantino, Centro Nacional de las Artes, Bellas Artes, Festival de Santa Lucia (Messico), Gaida Festival (Lituania), Festival di Badajoz (Spagna), oltre a stagioni italiane quali Ravenna Festival, Nuova Consonanza, Festival Aperto tra gli altri.

Tra le pubblicazioni discografiche hanno all’attivo Paesaggi con macerie di Salvatore Sciarrino per Kairos; l’antologia Contemporay Music Book. 21st Century Italian Music per Da Vinci Classic, presentato in diretta su Radio3; Icarus plays Fausto Romitelli (BMG); Storie di Sto di Giorgio Gaslini (La Bottega Discantica); e sono presenti anche in The Italian Concerto di Heiner Goebbels (i dischi di angelica).

Tra le commissioni a compositori si segnalano quelle a Salvatore Sciarrino, Giorgio Battistelli e Ivan Fedele. Come Icarus vs Muzak hanno eseguito le musiche per il balletto Gold di Riccardo Nova al Mercat de las flors-Casa de la dansa di Barcellona con la compagnia catalana ROPA, e hanno in programma altri importanti progetti in futuro. Dal 2024 il nome dell’ensemble è semplicemente Icarus Ensemble, divenendo di fatto erede dell’ensemble storico.

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LISZT VISIONARIO

Nuove espressioni fra le diaspore e gli imperi

14 Dicembre 2024, ore 17:30 

Goethe Zentrum, via de’ Marchi 4, Bologna

 

Rassegna musicale Liszt, musicista nel futuro

 

una coproduzione di Fondazione Istituto Liszt, Associazione MASK

Igor Polesitski, violino e viola
Jeffrey Thickman, pianoforte
Jamal Ouassini, violino
Vangelis Merkouris, liuto e voce

Klezmerata fiorentina

Igor Polesitsky, violino
Francesco Furlanich, fisarmonica
Riccardo Donati, contrabbasso

In collaborazione con
Goethe Zentrum Bologna
e Comune di Bologna, città Unesco per la Cultura

(eventi collegati al Symposium internazionale Liszt musicista transculturaleRassegna musicale
Liszt, musicista nel futuro
una coproduzione di Fondazione Istituto LisztAssociazione MASK

PROGRAMMA

Franz Liszt (Raiding 1811 – Bayreuth 1888)
Die drei Zigeuner per violino e pianoforte, S 383
Danze Rumene per viola e pianoforte, S 129

Arrangiamenti e improvvisazioni da Liszt
Danze Rumene
Terza Rapsodia Ungherese
Rapsodia Rumena

Jamil Bey Tambouri (Istanbul 1873 – 1916)
Samai Shad Araban
Longa Nahawand
Jamil Masoud (Istanbul, XIX secolo)
Samai Nahawand   

Musiche di tradizione ottomana, gitana, klezmer, ucraina.

Il concerto racconta il viaggio di Franz Liszt alla corte del Sultano Abdülmecid I a Istanbul intrapreso nell’estate del 1847: un viaggio al di là del Bosforo lungamente desiderato da Liszt, ricco di incontri con culture e tradizioni musicali dell’Europa dell’Est e con la cultura ottomana, all’epoca fortemente attratta dalla musica europea. Liszt fu ospite del Pasha Giuseppe Donizetti, organizzatore della musica di corte a Istambul ed ebbe così occasione di conoscere alcune tradizioni musicali del vicino oriente tra cui la danza Dervishi. E’ peraltro nota l’affinità e l’attrazione di Liszt nei confronti delle culture musicali gitane e Rom che attraversavano i territori del Medio Oriente, dell’Europa orientale e dell’ Impero Austro-Ungarico.

Non mancheranno rivisitazioni di opere lisztiane ispirate agli stili dell’Europa orientale di cui anche si parlerà nelle due giornate di studi “Liszt musicista transculturale” che si svolgono presso la Fondazione Istituto Liszt di Bologna il 13 e 14 dicembre. Il programma unisce tradizioni folkloriche, World Music e brani di repertorio classico tra cui le Danze Rumene di Liszt, recentemente riscoperte e pubblicate nel 2022 dalla Liszt Society di Londra, qui proposte in prima esecuzione moderna.

Attraverso una selezione di musiche tradizionali e reinterpretazioni ispirate alle tradizioni gitane, rumene, ucraine e turche, il programma celebra la varietà culturale e il dialogo musicale che hanno caratterizzato la figura di Liszt, senza dimenticare che proprio nell’attuale Ucraina avvenne l’incontro con la principessa polacca Carolyne zu Sayn-Wittgenstein che segnò gli anni della maturità di Liszt. Particolare attenzione è dedicata anche alla musica klezmer, la quale, proprio come Liszt nelle sue composizioni, incorpora, dissemina e trasforma elementi delle tradizioni locali in uno stile unico e pan-regionale. Si tratta di una musica migrante, come alcune delle popolazioni a cui si ispira il concerto.

Musicisti di livello internazionale, specialisti di questi stili, interpreteranno sia brani tradizionali che arrangiamenti originali che si intrecciano con le influenze lisztiane.  Un viaggio che invita il pubblico a scoprire la bellezza e il fascino dell’incontro tra culture e sonorità di diversa provenienza, attraverso l’originale racconto offerto da Igor Polesitski.

 

Igor Polesitski è nato a Kiev, ha iniziato lo studio del violino a sei anni sotto la guida di Gregori Yampolsky ed è stato ammesso al Conservatorio Ciaikovsky. All’età di diciannove anni si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha conseguito la Laurea in Musica al Curtis Institute of Music di Philadelphia. Dal 1983 ricopre il posto di Prima Viola nell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.  Oltre alla musica classica, si dedica alla ricerca e all’esecuzione delle musiche popolari dell’Europa dell’Est, in particolare della musica klezmer, nella cui tradizione è cresciuto.

Jeffrey Thickman ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di 7 anni, a 14 ha vinto il concorso regionale dello Wyoming ed eseguito il secondo concerto di Rachmaninov. Ha compiuto gli studi di pianoforte e musicologia alla Columbia University dove ha conseguito il PhD e proseguito l’attività professionale come docente di musicologia.

Jamal Ouassini nato a Tangeri (Marocco), studia al Conservatoire de musique et de danse de Tanger: musica arabo-andalusa, violino e musica classica occidenta sotto la guida del Maestro Antoine Batte, in seguito, entra a far parte dell’Orchestra Andalusa di Tangeri come violinista. Per diversi anni si dedica alla musica classica collaborando con numerose orchestre da camera, sinfoniche e liriche e nel 1984 fonda l’Ensemble Ziryab, gruppo musicale che, riunendo prestigiosi musicisti provenienti da diversi paesi del Mediterraneo, tra gli anni ‘80 e ‘90 ha suscitato grandi consensi nell’ambito dei più prestigiosi festival di World Music, sia in Italia che nel resto d’Europa.

Vangelis Merkouris nato a Keratea (Grecia), è musicista e cantautore di formazione classica, educato nel campo della musica greco-romana dal primo cantore della cattedrale di San Demetrio, Georgios Aggelis. Ha compiuto i suoi studi sul sistema modale come suonatore di kanoun e studiato oud con il maestro Nikos Saragoudas. È fondatore dell’Orchestra Bizantina di Atene “Manolis Karpathios”. Ha al suo attivo decine di collaborazioni con progetti di musica tradizionale, jazz, mediterranea, rock. Attualmente suona con il gruppo Mesogaia e ed il quartetto etno-jazz Merkouris 4tet.

Composta dai solisti dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Klezmerata Fiorentina, a partire dalla sua formazione nel 2005, propone al pubblico internazionale programmi da concerto basati sull’elaborazione creativa del vasto repertorio tradizionale est-europeo. Negli ultimi anni, la Klezmerata ha suonato con grande successo in Europa, Giappone, Canada e gli Stati Uniti. Si ricordano in particolare i concerti del Quirinale (ripreso da Rairadio3), Palazzo dei Congressi del Cremlino di Mosca, Società del Quartetto di Milano, Skirball Center di Los Angeles, World Music Festival di Toronto. Gli eventi musicali sono arricchiti dall’informale e spesso personalissimo racconto del fondatore del gruppo, Igor Polesitsky, il quale cerca di ricreare quel mondo Yiddish Ucraino pressoché scomparso a cui appartenevano tante generazioni della sua famiglia.

 

Registrazioni audio disponibili su https://www.2gmusicaudio.it/lz25/

 

 

 

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